Confezionato a Tabriz il tappeto persiano della Pace e dell’Amicizia

Il tappeto persiano della Pace e dell'Amicizia universale è stato mostrato mercoledì scorso durante una cerimonia con autorità iraniane e straniere e rappresentanti dell'UNESCO.

Il progetto cominciò nel 2008 al Sadabad Historical Complex di Teheran e che sono stati necessari due anni per il suo completamento. Rappresentanti di oltre cento paesi hanno simbolicamente stretto un nodo sul tappeto.

Il direttore del Centro Sadabad Eshrat Shayeq descrive il tappeto: ““E' un mezzo che serve a promuovere la pace nel mondo e a rafforzare le relazioni tra gli stati. Il tappeto, le cui dimensioni sono 2 x 1,5 metri, sarà la ““torcia olimpica”” della cultura iraniana e sarà esposto in vari paesi prima di raggiungere la sua destinazione finale, ovvero la sede ONU di Parigi.””

E' stato pubblicato un libro che illustra il lungo processo di tessitura dell'opera.

L'arte dei tappeti persiani è stata sottovalutata secondo il direttore, e non ha raggiunto la posizione che merita nonostante la sua fama a livello mondiale. Si spera quindi che questa iniziativa possa rivitalizzare l'arte della tessitura persiana.

Pubblicata in Italia opera sull’architettura islamica

Gangemi Editore ha recentemente pubblicato in Italia ““Sulle vie dell'Islam“”. ” L'autore è l'architetto e ricercatore politico Glauco D'Agostino, che ha compiuto molte ricerche sull'architettura islamica e sul suo impatto sugli stili occidentali nel corso di viaggi in vari paesi.

Nella sua opera, divisa in otto volumi, egli passa in rassegna i movimenti islamici dall'epoca del Profeta Maometto ai giorni nostri da una prospettiva sia religiosa sia politica.
Egli prende in considerazione l'islamofobia e conclude che l'Islam rimane sconosciuto agli occidentali. D'Agostino, inoltre, sottolinea il simbolismo nell'architettura islamica e nei luoghi sacri.

L’Ambasciata Italiana a Tehran commemora la scomparsa di Mohsen Ebrahim

Scomparso all'età di 58 anni, lo scrittore e traduttore di opere italiane in lingua Farsi, Mohsen Ebrahim, verrà ricordato solennemente con una cerimonia che si terrà giovedì 13 maggio, in serata, presso la scuola italiana “Pietro della Valle” a Teheran.

Iraniano di nascita (1952, Shapour – Teheran) e ponte tra due Paesi che amava moltissimo, l'Iran e l'Italia, M. Ebrahim ha trascorso molti anni a Roma, dove ha studiato arte, e si è distinto non solo per le sue opere di indiscusso pregio narrativo e per la fumettistica a cui si è abilmente dedicato, ma anche per le numerose traduzioni di opere italiane cominciando a collaborare da giovanissimo con il ministro della cultura iraniana a Teheran. Il suo amore per la letteratura lo ha spinto a tradurre in persiano opere di Italo Calvino, Natalia Ginzburg e Dino Buzzati. Di quest'ultimo in particolare, M. Ebrahim amava l'eleganza del linguaggio “mai osceno o volgare” riconoscendo una certa affinità culturale della narrativa buzzatiana con la letteratura persiana legata secondo lo studioso al “mondo solitario” e chiuso di Buzzati che richiamerebbe la chiusura politica in Iran, oltre che alla sua conoscenza del deserto e della memoria storica del popolo tartaro. Celebre la traduzione in Farsi de “Il deserto dei Tartari”.
Durante la cerimonia funebre dello scrittore a Teheran, lo scorso 22 febbraio, erano presenti non solo amici e parenti, ma anche alte cariche politiche.

Artisti iraniani trionfano a Venezia

Sette artisti iraniani, tra illustratori e grafici, sono stati premiati dall'Associazione Culturale Teatrio di Venezia durante due separati concorsi a cui hanno preso parte giovanissimi creativi da ogni parte del mondo.

Nella competizione dedicata alle illustrazioni su stampa, quest'anno dedicata al tema “La donna cannone”, hanno trionfato tre artisti della famosa casa editrice iraniana Shabaviz: i disegni di Nasim Azadi e Golnaz Servatian arricchiranno da questo momento il catalogo ufficiale del concorso, mentre una menzione d’onore è stata riservata dalla giuria a Pegah Kazemi.
Sul fronte del concorso grafico, invece, i lavori di Parastu Haqqi, Mahshid Darabi, Roya Oladhaji e Marjan Qaemi sono stati riconosciuti tra i migliori e i più adatti a raccontare “Venezia ieri, oggi e domani” e andranno anch'essi a completare le pagine del catalogo finale.

La serie “Good Stories for Good Children” di Mehdi Yazdi è in fase di revisione per i bambini iraniani

L'autore Mohammad Mirkiani sta rivedendo la serie di libri “Good Stories for Good Children”, scritti dal celebre autore per l'infanzia Mehdi Azar Yazdi.

Gli otto volumi sono in fase di revisione così come ha voluto Azar Yazdi, scomparso il 9 luglio 2009, nel suo testamento orale per Mostafa Rahmandust. Ȉ conosciuto soprattutto per la serie Good Stories for Good Children, opera che gli valse il premio dell'UNESCO nel 1966 e che venne dichiarata miglior opera iraniana dell'anno nel 1967.

Questa è la prima volta che un libro, che è di per sé una revisione, viene rivisto di nuovo, al fine di renderlo più vicino al linguaggio dei bambini e dei giovani adulti di oggi. La serie, pubblicata prima della rivoluzione islamica del 1979, contiene una raccolta di racconti basata sui classici della letteratura persiana, come il Gulistan (Il Giardino delle rose), il Masnavi-ye Manavi, il Marzban-Nameh e il Sinbadnameh.

““Le note a piè di pagina spiegheranno i termini difficili e saranno aggiunte al libro spiegazioni riguardanti l'antropologia e la linguistica. La nuova collezione sarà pubblicata con lo stesso titolo e avrà un'introduzione di Rahmandust in cui sono spiegate le ragioni di questo lavoro di revisione.

Nato nel 1921, Azar Yazdi cominciò a scrivere libri per bambini nel 1956. Ha scritto sette libri, ognuno dei quali è un adattamento di un classico della letteratura persiana riscritto in uno stile semplice e comprensibile ai più piccoli. Ha scritto anche “Il gatto birichino”, “Il gatto giocherellone”, “Storie semplici”, “La poesia dello zucchero e del miele” e “Il masnavi dei bravi bambini”.