Meno importazioni di veicoli commerciali per l’Iran: sì agli investimenti interni

Arriva da Teheran il monito a diminuire il numero di mezzi di trasporto già assemblati all'estero e poi importati in Iran, compresi bus e minibus, i cui costi vengono ritenuti eccessivi per le casse di un Paese in grado di provvedere da sé a soddisfare la domanda interna del mercato dei trasporti.

L'industria metal meccanica iraniana si prepara quindi a far fronte da sé alla crescente domanda di veicoli di piccolo e grosso calibro destinati, perlopiù, alle grandi città come Teheran dove le esigenze di spostamenti rapidi e frequenti aumentano sempre di più e con esse il traffico che congestiona, spesso, le principali arterie cittadine. Secondo il Ministero per l'Industria e le Miniere Iraniano i costi della manodopera in Europa e quelli per il trasporto dei mezzi pesanti dai Paesi trans mediterranei fino in Iran incidono massicciamente sul prezzo finale al mercato di veicoli che possono ormai essere prodotti con facilità e qualità nei risultati dall'industria interna.

Non solo un mero calcolo matematico, dunque, alla base della proposta del dicastero dell'industria che mira senz'altro ad ottimizzare i costi di importazione, ma anche e soprattutto ad incoraggiare ed incrementare la produttività interna ritenuta alla pari degli standard registrati nei paesi immediatamente vicini all'Iran e non. Il provvedimento, tuttavia, se prenderà luogo riguarderà perlopiù i mezzi pesanti e tutti quelli destinati alle attività pubbliche di trasporto e a quelle commerciali, escluse quindi auto e motoveicoli riservati all'uso privato.

Investimenti per oltre 5 miliardi di dollari in Iran per il petrolio

Teheran – Gas naturale e petrolio, cuore pulsante dell'economia iraniana, attirano in Iran investitori stranieri pronti a riversare nuovi capitali freschi fino a 5 miliardi di dollari nell'industria della lavorazione dei prodotti primi: lo ha annunciato il presidente della compagnia petrolchimica nazionale che ha salutato con entusiasmo la nuova partnership con dieci capitalisti stranieri pronti a contribuire finanziaramente ai progetti di settore futuri in Iran.

Anche lo scorso anno l'industria petrolchimica ha rappresentato la fetta più importante del prodotto interno lordo iraniano, arrivando a coprire il 95% della produzione stimata dagli esperti per un totale di 4,34 milioni di prodotti (etilene, propilene, buteni, etano, propano ecc. …).
I prodotti dell'industria petrolchimica si definiscono intermedi, in quanto non raggiungono il mercato degli utenti finali, ma sono impiegati come prodotto di partenza per la sintesi di altre molecole. Il presidente, Abdolhossein Bayat, ha anche aggiunto che la compagnia ha avviato da poco un'azienda indipendente in Gran Bretagna per attirare ulteriori investimenti stranieri dopo i nuovi accordi firmati all'estero che porteranno alle casse della compagnia circa 2 miliardi di dollari.

Il bazar di Tabriz e il mausoleo di Ardebil sono entrati nella lista del Patrimonio ‎dell’Umanità dell’UNESCO

La decisione è stata presa durante la 34″° sessione del Comitato UNESCO tenutasi a Brasilia, durante la quale sono stati aggiunti alla lista anche siti dell’Arabia Saudita, dell’Australia, dell’India, delle Isole Marshall e della Corea del Sud.

Il mausoleo di Safi ad-Din Ardebili, fondatore di un centro di sufismo ad Ardebil, si trova nell’Iran nord-occidentale, ed è stato costruito 1335 e il 1629. La parte principale dell’edificio, la tomba di Allah Allah, fu costruita da Sadr ad-Din Musa, figlio di Safi ad-Din Ardebili, il cui discendente Ismail I fondò la dinastia safawide che governò l’Iran nel XVI, XVII e all’inizio del XVIII secolo. Uno scrigno di legno intarsiato, probabilmente donato dal re timuride Homayun, è stato collocato sulla tomba dello sceicco.

Le parti che compongono il mausoleo hanno svolto varie funzioni nel corso dei secoli: biblioteca, moschea, scuola, ghiacciaia, ospedale, cucina, forno e uffici. Il mausoleo comprende inoltre un percorso per raggiungere il santuario dello sceicco diviso in sette segmenti che rispecchiano le sette tappe del misticismo sufi. Varie parti del mausoleo sono separate da otto porte, che rappresentano gli otto atteggiamenti del sufismo. L’opera presenta le caratteristiche tipiche dell’architettura islamica medievale dell’Iran e comprende anche una collezione di affascinanti manufatti. Diverse vennero aggiunte in seguito alla costruzione principale durante la dinastia safawide, luogo di sepoltura di molti sceicchi e molte vittime delle battaglie dei Safawidi.

Il Bazar di Tabriz è uno dei principali luoghi di commercio lungo la leggendaria Via della Seta, e si situata nella provincia dell’Azerbaigian orientale (Iran nord-occidentale). La storia del bazar rappresenta un perfetto sistema commerciale dell’Iran medievale. Il bazar di Tabriz fiorì durante il XIII secolo e mantenne il suo status commerciale e amministrativo fino al 1548, quando il re safawide Shah Tahmasp I trasferì la sua capitale a Qazvin. Il complesso comprende 23 caravanserragli, 22 corridoi, 20 viali interni, 28 moschee, 8 madrase, 5 bagni termali, 2 ghiacciaie e uno ““zurkhaneh”” (una tradizionale associazione sportiva iraniana). Il bazar è ricoperto da volte costruite con mattoni, che si ritrovano anche nei splendidi padiglioni come quello di Mozzafarieh, dedicato alla vendita di tappeti.

SITI IRANIANI INSERITI NEL PATRIMONIO DELL’UMANITà€

  1. Chogha Zanbil, provincia del Khuzestan, 1979
  2. Persepoli, provincia di Fars, 1979
  3. Piazza di Naqsh-e Jahan, provincia di Isfahan, 1979
  4. Takht-e Soleiman, provincia dell’Azerbaigian occidentale, 2003
  5. Pasargadae, provincia di Fars, 2004
  6. La città di Bam e il paesaggio circostante, provincia di Kerman, 2004
  7. La cupola di Soltanieh, provincia di Zanjan, 2005
  8. Bisotun, provincia di Kermanshah, 2006
  9. Chiese storiche di San Taddeo e di Santo Stefano, provincia dell’Azerbaigian occidentale, e Dzordzor (Zorzor), provincia dell’Azerbaigian orientale, 2008
  10. Antico acquedotto di Shushtar, provincia del Khuzestan, 2009
  11. Mausoleo dello sceicco Safi ad-Din Ardebili, provincia di Ardebil, 2010
  12. Bazar di Tabriz, provincia dell’Azerbaigian orientale, 2010.

Mostra di Bahman Mohasses a Teheran

Le opere dell’artista Bahman Mohasses, recentemente scomparso, saranno in mostra al Centro Culturale Niavaran a Teheran. La mostra sarà composta da sei sculture e cinque tele conservate nello stesso centro culturale.

Tra i manufatti esposti vi saranno una scultura raffigurante una figura umana che regge la testa di una mucca, un uccello di bronzo e la mano di un uomo che sostiene un uccello morto. Nella collezione vi sono molti dipinti raffiguranti pesci, tema riccorrente dell'artista, e un quadro rappresentante un uccello.

Mohasses era un pittore e uno scultore straordinario, oltre a un abile traduttore: egli ha tradotto in persiano opere di scrittori italiani come Italo Calvino e Curzio Malaparte e di autori francesi come Eugène Ionesco e Jean Genet.

Nato nel 1921 a Rasht, nella provincia di Gilan, Mohasses andò in Europa nel 1951 e scelse di risiedere a Roma. Studiò all'Accademia di Belle Arti e partecipò a molte mostre in Italia e in altri paesi, sia personali sia collettive. Tornò in Iran nel 1963, dove rappresentò l'opera Le sedie di Ionesco. Alcuni anni dopo, nel 1967, decise di tornare in Italia e di continuare a vivere a Roma dove morì.

I suoi capolavori sono conservati in Italia e negli Stati Uniti, altri sono custoditi in Iran, al Museo Jahan-Nama del Palazzo Niavaran e al Museo d'Arte Contemporanea di Teheran.

Concerto di arpiste iraniane e italiane a Tehran

Artiste iraniane e italiane sono state le protagoniste di “Una notte con l'arpa”” il 3 e 4 agosto 2010 al centro culturale Niavaran. Diretto dall'arpista Fataneh Shahin, l'ensemble, era composto delle italiane Valentina Meinero e Petra Arman e all'iraniana Saeid Dolat-Zarei.

In un comunicato stampa comparso sul sito dell'Associazione musicale iraniana, Shahin riporta: ““Mi hanno presentato Valentina l'anno scorso quando sono andata in Italia per comprare delle arpe e non vedeva l'ora di esibirsi in Iran.Ho scelto musiche dal periodo barocco all'era contemporanea composte da Carlos Salzedo, Gaetano Donizetti e Michael Amorosi, oltre a tre brani dei musicisti iraniani Abolfazl Rahbarian, Arvin Sedaqat-kish e Arash Abbasi,”” ha continuato l'artista.

Shahin ha concluso dicendo che l'arpa, strumento popolare risalente a secoli fa, è stata un po' dimenticata in Iran e quindi dovrebbe essere reintrodotta.