Le esportazioni iraniane di elettricità raggiungono 1,4 GW

L'IRIB segnala che sabato 17 agosto l'Iran ha esportato 1,4 gigawatt (GW) di energia elettrica in Afganistan, Iraq, Pakistan, Armenia e Turchia.

Nel frattempo, il paese ha importato 324 megawatt (MW) di energia elettrica dall'Armenia e dal Turkmenistan.

L'Iran ha esportato 11,054 miliardi di chilowattora di energia elettrica nei paesi confinanti nello scorso anno iraniano, conclusosi il 20 marzo.

L'Iran, inoltre, ha importato 3,968 miliardi di chilowattora l'anno scorso, il che denota un incremento annuo dell'8%.

Il viceministro dell'energia Mohammad Behzad ha detto che negli ultimi dieci anni l'Iran ha costruito il doppio delle centrali elettriche costruite nel mondo.

La capacità di produzione di energia elettrica è attualmente 68,38 GW, ha aggiunto.

L'Iran attualmente scambia energia con la Turchia, l'Armenia, il Turkmenistan, l'Azerbaigian (compresa la Repubblica autonoma del Nakhchivan), il Pakistan, l'Afganistan, la Siria e l'Iraq.

L'Iran cerca di diventare uno dei maggiori esportatori di energia elettrica nella regione e ha attirato più di 1,1 miliardi di dollari di investimenti per la costruzione di tre nuove centrali.

Fonte: MNA

Agevolazioni alle banche straniere per aprire filiali nelle zone franche dell’Iran

Il vicepresidente Hamid Baghaei afferma che l'Iran fornirà agevolazioni per incoraggiare gli investitori stranieri ad aprire banche nelle zone franche.

Il vicepresidente, durante una visita ad Alberto Bradanini, ambasciatore italiano in Iran, ha affermato che il governo iraniano ha recentemente approvato una legge per facilitare chi vuole aprire banche nelle zone franche del paese.

Secondo la nuova legge, per aprire una banca è necessario un capitale iniziale di 400 milioni di dollari.

Gli investitori possono pagare il 65% in denaro liquido e il resto tramite credito. Le banche che aprono filiali nelle zone franche potranno poi aprire filiali anche nel resto del paese.

Questi passi sono finalizzati ad ampliare i legami economici tra l'Iran e gli investitori esteri. Il vicepresidente ha poi aggiunto che in Iran vi sono 7 zone franche e 56 aree economiche speciali.

Aumentate del 27% delle esportazioni non petrolifere iraniane verso l’Italia

Un funzionario dell'Organizzazione per il Commercio dell'Iran ha affermato che le esportazioni di prodotti non petroliferi verso l'Italia sono aumentate del 27% nel periodo di 9 mesi terminato il 21 dicembre scorso.

Secondo le affermazioni di Reza Tofiqi, il valore delle esportazioni verso l'Italia ha raggiunto i 343 milioni di dollari, mentre il valore dello stesso periodo dell'anno precedente si era attestato sui 270 milioni.

I beni esportati sono essenzialmente costituiti da tessuti, graniti, boiler, acido acetico, piatti di plastica, zafferano, pistacchi e pelli, aggiunge Tofiqi.

Tofiqi inoltre ha sottolineato che, nel periodo summenzionato, l'Italia era tra i primi dieci partner commerciali dell'Iran: per la precisione si è situata all'ottavo posto.

Nello stesso periodo dell'anno precedente l'Italia era tra i primi 15 paesi destinatari di esportazioni dall'Iran.

L’OPEC non può agire, ci vuole più chiarezza

I disordini in Medio Oriente e il prezzo del petrolio in aumento hanno creato una situazione troppo instabile affinché l'OPEC possa agire: questa è l'opinione di Mohammad-Ali Khatibi, il responsabile iraniano dell'organizzazione.
Khatibi ha aggiunto: “Tutto è alquanto incerto e abbiamo bisogno di una situazione stabile e di dati precisi su quanti barili siano stati persi, poi saremo in grado di agire.”

“Abbiamo bisogno di una situazione stabile per valutare l'impatto di questi avvenimenti sul mercato: l'OPEC non può decidere giorno per giorno.”

I disordini politici in Medio Oriente e nell'Africa del Nord si stanno diffondendo rapidamente in altri paesi e “l'OPEC non può far nulla circa questi problemi di carattere politico”.

Khatibi, tuttavia, ha aggiunto che l'OPEC sta immettendo sul mercato un'offerta di greggio superiore alla domanda.

Ha detto inoltre che l'impatto psicologico delle rivolte in Medio Oriente e nell'Africa mediterranea è la ragione principale dell'aumento del prezzo del petrolio.

La rivolta in Libia e l'intensificarsi delle sommosse nei paesi vicini hanno contribuito pesantemente a spingere il prezzo del brent a oltre 102 dollari al barile. Secondo gli esperti, anche le proteste antigovernative in Algeria, in Giordania e nello Yemen hanno contribuito all'aumento del prezzo.

L'Iran detiene la presidenza di turno dell'OPEC, ma il suo ministro è rimasto lontano dai colloqui tra produttori e consumatori nella capitale saudita Riyadh.

Massoud Mirkazemi, il ministro iraniano del petrolio, ha detto il 6 febbraio scorso che non è necessaria una riunione d'emergenza dei paesi membri dell'OPEC, anche se il prezzo dovesse arrivare a 120 dollari al barile.

Ha detto: “Non vedo la necessità di convocare una riunione d'emergenza in tempi brevi.”
“Finora non è giunta la richiesta di un meeting urgente da nessuno degli stati membri.”

L'OPEC, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, ha programmato la prossima riunione ordinaria per giugno; la presidenza è attualmente detenuta dall'Iran.
(Fonte: Reuters)

L’Expo dell’edilizia 2010 a Teheran

Dal 3 al 6 agosto la capitale iraniana ha ospitato la decima Edizione del Salone dell'Edilizia, dove hanno partecipato all'evento circa 1000 imprese edilizie iraniane e 400 estere, provenienti da Belgio, Germania, Olanda, Spagna, Svezia, Emirati Arabi, Turchia, India, Cina, Pakistan, Malesia e Qatar.

Il salone ha messo in mostra le ultime novità riguardanti ascensori, montacarichi, gru, macchinari da costruzione, materiali per la copertura, sanitari, strumenti per la sicurezza, porte, finestre, materiali isolanti termici e acustici, tubature e accessori vari.