La dinastia Zand

Tra le grandi dinastie Safavide e Cagiara, nella storia dell’antica Iran, si frappongono quaranta anni di dinastia Zand, (1750-1794) una stirpe di regnanti che estese il suo controllo sulla parte centrale e meridionale dei territori iraniani.
Pochi anni di regno, quanto basta però per lasciare nella storia iraniana un segno indelebile, nell’ arte prima di tutto, ma anche nel comportamento che i sovrani Zand hanno tenuto nei confronti dei loro sudditi secondo rispetto e amabilità, cosa che gli è valsa la stima e il ricordo nel tempo, anche quando, con la Rivoluzione Islamica, gli unici nomi non cancellati saranno proprio quelli della dinastia Zand.
Capostipite della dinastia fu Karim Khan , capotribù al servizio del signore Afsharide Nadir Shah ma, esattamente come lo stesso Nadir Shah fece a suo tempo con il suo capo Afavide, Karim Khan prima di incentrare tutto il potere nelle sue mani si servì della corona-fantoccio di Ismail III , erede legittimo della casata Safavide: solo nel 1760 arrivò il momento per Karim Khan di proclamarsi vakil , “reggente” (e non shah , scelta dalle implicazioni significative) e di costruire le sorti di quello che sarebbe diventato il suo impero, concentrando le risorse strategiche e ogni strategia militare in particolar modo sulla ripresa economica .
L’intera campagna militare di Karim Khan fu incentrata sull’obiettivo di creare un mercato prosperoso e nuove strade commerciali per il suo impero: fu per questo, quindi, che attaccò e conquistò l’ Azerbaijan di Azad Khan prima, e la città di Bassora, sotto il controllo degli Ottomani dopo, punto snodale quest’ultimo di tutto il traffico tra le coste Medio Orientali e l’India.
I rapporti commerciali tra Iran e India si fecero più stretti in seguito alla concessione che Karim Khan fece alla “Compagnia Britannica delle Indie Orientali” di creare una propria base a Bushir , sulle coste del Golfo Persico.
L’India portò senz’altro numerosi vantaggi all’impero Zand, e non solo sul piano commerciale: tracce di arte e bellezza indiana che andava ibridandosi con gli antichi, preziosismi persiani fiorirono a poco a poco nelle città iraniane, prima fra tutte Shiraz che si abbellì di nuovi edifici, di ampi bazar, moschee e giardini rigogliosi, in un mix affascinante di gusto arabo, persiano e indiano.
Gli artisti dell’epoca successiva, quella sotto la dinastia Cagiara, porteranno dentro di sé gli influssi dell’arte del periodo Zand trasferendoli nella loro arte; un ricordo quasi eterno di un’epoca di serenità e prosperità per le terre iraniane.
Dopo la morte di Karim Khan (1779) tuttavia, la dinastia Zand smarrì per mai più ritrovare il bandolo di una matassa che andava perdendosi tra inutili, quanto dannose all’impero, dispute per la successione al trono: Loft Ali Khan , l’ultimo re della dinastia Zand, fu ucciso nel 1794 dai Cagiari e rappresentò il punto di arresto della storia Zand.

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