Concerto di arpiste iraniane e italiane a Tehran

Artiste iraniane e italiane sono state le protagoniste di “Una notte con l'arpa”” il 3 e 4 agosto 2010 al centro culturale Niavaran. Diretto dall'arpista Fataneh Shahin, l'ensemble, era composto delle italiane Valentina Meinero e Petra Arman e all'iraniana Saeid Dolat-Zarei.

In un comunicato stampa comparso sul sito dell'Associazione musicale iraniana, Shahin riporta: ““Mi hanno presentato Valentina l'anno scorso quando sono andata in Italia per comprare delle arpe e non vedeva l'ora di esibirsi in Iran.Ho scelto musiche dal periodo barocco all'era contemporanea composte da Carlos Salzedo, Gaetano Donizetti e Michael Amorosi, oltre a tre brani dei musicisti iraniani Abolfazl Rahbarian, Arvin Sedaqat-kish e Arash Abbasi,”” ha continuato l'artista.

Shahin ha concluso dicendo che l'arpa, strumento popolare risalente a secoli fa, è stata un po' dimenticata in Iran e quindi dovrebbe essere reintrodotta.

Burattinaia iraniana vince l’Arlyn Coad Award 2010‎

La burattinaia iraniana Sima Mirza-Hosseini ha vinto la VI edizione dell'Arlyn Coad Award in Canada per avere disegnato e costruito i burattini dell'opera Arash realizzata dalla compagnia Derakht-e Sib, ricevendo inoltre il premio per il Design Creativo dei burattini e per averli costruiti usando materiali adatti alla rappresentazione dell'opera.

Il premio è stato istituito alla memoria della burattinaia Arlyn Coad dal marito e collega Luman Coad per i burattini progettati in modo ““assolutamente unico.””

Nel 2008 Sima e Fahimeh Mirza-Hosseini hanno vinto il Premio per la Migliore Regia con l'opera Arash alla XII edizione del Festival del Teatro delle Marionette di Mobarak. Ȉ la prima volta che un'artista iraniana vincesse l'Arlyn Coad Award.

Confezionato a Tabriz il tappeto persiano della Pace e dell’Amicizia

Il tappeto persiano della Pace e dell'Amicizia universale è stato mostrato mercoledì scorso durante una cerimonia con autorità iraniane e straniere e rappresentanti dell'UNESCO.

Il progetto cominciò nel 2008 al Sadabad Historical Complex di Teheran e che sono stati necessari due anni per il suo completamento. Rappresentanti di oltre cento paesi hanno simbolicamente stretto un nodo sul tappeto.

Il direttore del Centro Sadabad Eshrat Shayeq descrive il tappeto: ““E' un mezzo che serve a promuovere la pace nel mondo e a rafforzare le relazioni tra gli stati. Il tappeto, le cui dimensioni sono 2 x 1,5 metri, sarà la ““torcia olimpica”” della cultura iraniana e sarà esposto in vari paesi prima di raggiungere la sua destinazione finale, ovvero la sede ONU di Parigi.””

E' stato pubblicato un libro che illustra il lungo processo di tessitura dell'opera.

L'arte dei tappeti persiani è stata sottovalutata secondo il direttore, e non ha raggiunto la posizione che merita nonostante la sua fama a livello mondiale. Si spera quindi che questa iniziativa possa rivitalizzare l'arte della tessitura persiana.

Pubblicata in Italia opera sull’architettura islamica

Gangemi Editore ha recentemente pubblicato in Italia ““Sulle vie dell'Islam“”. ” L'autore è l'architetto e ricercatore politico Glauco D'Agostino, che ha compiuto molte ricerche sull'architettura islamica e sul suo impatto sugli stili occidentali nel corso di viaggi in vari paesi.

Nella sua opera, divisa in otto volumi, egli passa in rassegna i movimenti islamici dall'epoca del Profeta Maometto ai giorni nostri da una prospettiva sia religiosa sia politica.
Egli prende in considerazione l'islamofobia e conclude che l'Islam rimane sconosciuto agli occidentali. D'Agostino, inoltre, sottolinea il simbolismo nell'architettura islamica e nei luoghi sacri.

Convertire vecchie case in luoghi per il teatro tradizionale: un progetto a Tehran

Ci sono molte case a Teheran ormai vecchie e dismesse che potrebbero essere convertite in piccoli teatri dove insegnare e mettere in scena sceneggiati della tradizione iraniana troppo spesso dimenticati: così Davud Fat'hali Beigi, direttore e esperto di teatro tradizionale in Iran, martedì scorso dopo la rappresentazione de ““La strega della Grande Cina”” al Sangelaj Hall di Teheran.

““Molte di queste abitazioni”” racconta Davud Fat'hali Beigi “possono diventare con pochi sforzi dei piccoli palcoscenici in grado di raccogliere attori emergenti e di rinverdire la tradizione iraniana che è ricca di opere che quasi nessuno conosce perché sottovalutate dalla cultura di massa e affatto trasmesse dalla TV e dai media in generale””. Una di queste è il Siahbazi, un'antica rappresentazione in cui un arlecchino dal volto nero improvvisa interamente le proprie battute facendo ridere il pubblico che lo segue a pochi centimetri.

““Un aspetto importante del nostro teatro tradizionale è proprio quello del contatto ravvicinato col pubblico”” prosegue l'esperto ““questi piccoli luoghi di cultura, quali potrebbero essere appunto molte vecchie abitazioni, consentono poche decine di presenze tutte disposte in circolo attorno all'unico attore o agli attori in scena, consentendo al pubblico di comunicare direttamente con gli artisti, e agli artisti di esprimersi più liberamente, con più energia, senza l'imbarazzo che spesso li inibisce in luoghi più formali come i teatri veri e propri””. Il trucco, insomma, starebbe nella familiarità del posto.

Fat'hali Beigi, assieme ad altri esperti come Javad Arabi e l'attore Davud Dadashi, promuovono questo tipo di teatro confidenziale, ricco di vecchie atmosfere e di un calore umano quasi del tutto sbiadito altrove: un impegno a portare concretamente il teatro tradizionale fuori dalle aule delle università , verso il pubblico vero delle case e delle piazze.

Rafi Pitts giurato all’International Film Festival di Edimburgo

Un posto a sedere tra i grandi nomi del cinema e dell'arte contemporanea: affianco alla storica bond girl Britt Ekland, al regista Mike Hodges, e al curatore del MOMA di New York Laurence Kardish, sederà per la prima volta il regista iraniano Rafi Pitts a far parte della selezionata giuria dell'International Film Festival che si terrà ad Edimburgo dal 16 al 27 giugno.

Alla rassegna, inaugurata nel 1993 in omaggio al regista britannico Michael Powell, prenderanno parte film rigorosamente britannici di cui verranno giudicati originalità e immaginazione. Nel 2009 il premio intitolato a Powell venne vinto da Duncan Jones debuttante con il suo ““Moon””; quest'anno, invece, in gara ci sarà anche un film dello stesso Pitts, un thriller impetuoso come è stato già definito dalla critica: il suo ““Hunter”” racconta di un killer che ammazza due poliziotti a caso, per consumare una sorta di vendetta personale quanto irrazionale, prima di fuggire in una foresta dove verrà raggiunto e ucciso a sua volta dagli agenti.

Magnetico e sorprendente, il film di Pitts tiene lo spettatore incollato alla poltrona dalla prima sequenza fino all'ultimo sparo di pistola, sicuramente uno dei candidati alla vittoria del trofeo finale.

Iran-Pakistan: nel 2014 pronta la nuova pipeline di gas naturale

Dal 2014 arriveranno nuove forniture di gas iraniano ai confini con il Pakistan: questo in sostanza l’accordo formalmente stipulato domenica scorsa da Iran e Pakistan che, dopo un decennio di trattative, porterà alla costruzione di una pipeline che trasporterà gas naturale nei territori pakistani e costerà diversi miliardi di dollari.

Il gasdotto collegherà la regione meridionale di Pars con la regione pakistana del Baluchistan e le province Sindh, tutte a sud del Paese. Secondo i progetti, già da questa settimana l'Iran avvierà la costruzione di 300 Km di pipeline partendo dalla città sudorientale di Iranshahr, fino ai confini pakistani, passando per il porto di Chabahar. La rete che porterà gas al Pakistan, consta già di 907 Km costruiti dall'Iran tra Asalouyeh e Iranshahr. Dal canto suo, Islamabad, per bocca del ministro per l'Energia Kamran Lashari, fa sapere che in un anno studierà come realizzare nei tempi accordati il suo tratto di pipeline lungo circa 700 Km e necessario a importare il gas in arrivo dall'Iran fino alla città di Nawabshah.

Soddisfatto alla firma del nuovo accordo commerciale, il ministro per il petrolio iraniano Javad Owji dichiara l'obbiettivo di esportare 21 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno verso il Pakistan a partire dal 2014.

Ad un passo dal compimento, quindi, il disegno energetico che impegna i due Paesi dal 1990 e che, inizialmente, intendeva coinvolgere anche l'India che tuttavia, per ragioni di storica rivalità politica, ha rinunciato al partner iato e all'estensione della rete all'interno dei suoi confini.

Segno + per l’import/export attraverso l’Iran nei primi due mesi dell’anno

Segno + per l’import/export attraverso l’Iran nei primi due mesi dell’anno

Ad appena due mesi dall’inizio dell’anno secondo il calendario iraniano, i flussi di import/export registrati dalle autorità iraniane segnano già più di 1 milione e mezzo di merci transitate attraverso i confini iraniani, per un valore complessivo di 4,68 miliardi di dollari di fatturato.

Cina, Turkmenistan, Uzbekistan e Emirati Arabi Uniti sono tra i principali Paesi partner negli scambi commerciali con l’Iran in questo inizio d’anno, ma è l’Iraq soprattutto a convogliare la maggior parte dei traffici di beni in entrata e in uscita dal Paese: nel periodo compreso tra il 21marzo e il 20 maggio 2010 sono state esportate solo verso il territorio iracheno ben 230,000 tonnellate di merci, circa il 14.7% del totale delle esportazioni iraniane.

Più merci, quindi, in movimento da e verso l’Iran rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il 60% in più in termini di peso, il 38% in più in termini di valore e di fatturato.

L’’Iran a Ginevra per la 99° assemblea ILO

E' sbarcata domenica scorsa a Ginevra la delegazione iraniana, capeggiata dal ministro del lavoro e degli affari sociali Abdolreza Sheikh-ol Eslami, che nei prossimi giorni attenderà i lavori per la 99° assemblea dell'ILO, l'Organizzazione Internazionale per il Lavoro.

Al seguito del ministro Abdolreza Sheikh-ol Eslami una commissione di esperti e di rappresentanti di categoria che discuterà nei diversi incontri in calendario di tematiche che toccano da vicino il panorama occupazionale iraniano come la crescente disoccupazione, l'inquadramento e il legittimo supporto alle casalinghe e, in generale, il rispetto dei diritti dei lavoratori sanciti dalla dichiarazione del 1998.

Secondo quanto riportato dall'agenzia ISNA, la lunga settimana di missione diplomatica prevede per il ministro iraniano anche un incontro bilaterale con il direttore generale dell'organizzazione internazionale, Juan Somavia.

Nel museo di Arte Contemporanea di Tehran in mostra i capolavori della pittura

Il Museo d’Arte Contemporanea di Teheran mette espone in questi giorni alcune opere pittoriche internazionali, perlopiù provenienti da Occidente, molte delle quali messe in mostra al pubblico per la prima volta in assoluto.

Circa una trentina le opere finora mai esposte; 150 in tutto i quadri di cui è composta la mostra intitolata ““Manifestazione dell'Arte Contemporanea”” e che spaziano dall'espressione minimalista a quella tipica dell'impressionismo.

In galleria, quadri di Picasso, Pollock, Chagall, Monet e Matisse. Per l'occasione, numerose personalità artistiche e istituzionali hanno presieduto la cerimonia d'inaugurazione lo scorso lunedì; per l'Iran presenti il ministro per gli Affari Culturali Hamid Shahabadi e Mahmud Shaluii, direttore del museo che ospita l'evento.

Positivo il parere di Shahaba che si ritiene soddisfatto della riuscita della manifestazione e dell'apporto che tutto il governo ha saputo dare: ““La Repubblica Iraniana è orgogliosa di possedere uno dei migliori musei d'arte al mondo”” ha dichiarato il ministro ““questo luogo è il frutto del lavoro che per anni gli artisti iraniani hanno svolto con cura e amore per l'arte, producendo grandi opere originali, ma sforzandosi anche di far arrivare qui, a Teheran, alcuni tra i maggiori capolavori internazionali.

In questo modo diamo la possibilità a tutti di apprezzare delle migliori opere pittoriche al mondo ma anche di promuovere l'arte iraniana competitiva e apprezzata a tutti i livelli””.

Nel corso della cerimonia d'apertura è stato premiato con una medaglia all'onore Shahbazi-Moqaddam che per 30 anni ha dedicato la propria vita al museo d'arte contemporanea di Teheran che oggi, anche grazie al suo lavoro, ospita più di 40.000 opere d'arte provenienti da tutto il mondo e perlopiù risalenti al periodo compreso tra il 1973 e il 1977. In esposizione anche manufatti iraniani aggiunti alla collezione esistente solo dopo la Rivoluzione Islamica.