“Le imprese italiane sono soddisfatte di questa missione perché vedono concrete prospettive future. Per gli iraniani l`Italia è un paese importante e riconoscono alle nostre imprese di non essere mai andate via nemmeno nei periodi più bui”. Lo ha affermato Licia Mattioli, presidente del comitato tecnico per l`internazionalizzazione di Confindustria, tracciando un bilancio della missione imprenditoriale, promossa da Confindustria insieme con i ministeri dello Sviluppo economico e degli Esteri, Ice, Abi e Unioncamere, che ha portato a Teheran 178 imprenditori, 20 associazioni di categoria e 12 istituti bancari.
Nel corso della missione sono stati firmati quattro memorandum di intesa, due da Assomac, l’associazione di Confindustria che rappresenta i costruttori di macchine e accessori per calzature, pelletteria e conceria, rispettivamente con Alpea (associazione produttori ed esportatori della Regione dell’Est Azerbaijan) e con Iran Tanners Associations. Si tratta di accordi per la formazione tecnica e manageriale, ammodernamento della tecnologia e realizzazione di un centro scientifico e tecnologico.
Il terzo memorandum è stato siglato da Confindustria Marmomacchine con Iran Stone Association e prevede trasferimento di know how e formazione tecnico-scientifico. Infine è stato sottoscritto un accordo di intenti anche in ambito culturale tra la Fondazione Maxxi e il Museo di Arte Contemporanea di Teheran.
“Ora – ha detto Mattioli – si sta lavorando a un`intesa sulle macchine tessili. L`Iran ha bisogno di noi perché in moltissimi settori in cui in questo momento è in espansione l`Italia è fortissima. Ci sono enormi prospettive nel settore delle costruzioni, dove ci sarà bisogno di 4 milioni di nuove unità abitative”. Poi ci sono l`automotive, la meccanica, l`ambiente e le energie rinnovabili, il medicale. Tutti settori di “rilevanza strategica al fine di implementare la cooperazione economica tra imprese italiane e iraniane”, ha aggiunto.
Così come in Italia, anche in Iran le Pmi costituiscono oltre il 90% del tessuto produttivo locale, e le “nostre piccole e medie imprese possono rappresentare un vero e proprio modello di riferimento”, ha sottolineato Mattioli, in grado di trainare il recupero da parte italiana delle quote di mercato perse in Iran dopo il rafforzamento delle sanzioni contro Teheran nel 2011, a favore di concorrenti come Cina, India, Brasile e Russia. Per farlo, ha concluso, è “fondamentale ristabilire quella partnership che ha contraddistinto per anni le relazioni economico-finanziarie dei nostri mercati”.
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