Convertire vecchie case in luoghi per il teatro tradizionale: un progetto a Tehran

Ci sono molte case a Teheran ormai vecchie e dismesse che potrebbero essere convertite in piccoli teatri dove insegnare e mettere in scena sceneggiati della tradizione iraniana troppo spesso dimenticati: così Davud Fat'hali Beigi, direttore e esperto di teatro tradizionale in Iran, martedì scorso dopo la rappresentazione de ““La strega della Grande Cina”” al Sangelaj Hall di Teheran.

““Molte di queste abitazioni”” racconta Davud Fat'hali Beigi “possono diventare con pochi sforzi dei piccoli palcoscenici in grado di raccogliere attori emergenti e di rinverdire la tradizione iraniana che è ricca di opere che quasi nessuno conosce perché sottovalutate dalla cultura di massa e affatto trasmesse dalla TV e dai media in generale””. Una di queste è il Siahbazi, un'antica rappresentazione in cui un arlecchino dal volto nero improvvisa interamente le proprie battute facendo ridere il pubblico che lo segue a pochi centimetri.

““Un aspetto importante del nostro teatro tradizionale è proprio quello del contatto ravvicinato col pubblico”” prosegue l'esperto ““questi piccoli luoghi di cultura, quali potrebbero essere appunto molte vecchie abitazioni, consentono poche decine di presenze tutte disposte in circolo attorno all'unico attore o agli attori in scena, consentendo al pubblico di comunicare direttamente con gli artisti, e agli artisti di esprimersi più liberamente, con più energia, senza l'imbarazzo che spesso li inibisce in luoghi più formali come i teatri veri e propri””. Il trucco, insomma, starebbe nella familiarità del posto.

Fat'hali Beigi, assieme ad altri esperti come Javad Arabi e l'attore Davud Dadashi, promuovono questo tipo di teatro confidenziale, ricco di vecchie atmosfere e di un calore umano quasi del tutto sbiadito altrove: un impegno a portare concretamente il teatro tradizionale fuori dalle aule delle università , verso il pubblico vero delle case e delle piazze.

Rafi Pitts giurato all’International Film Festival di Edimburgo

Un posto a sedere tra i grandi nomi del cinema e dell'arte contemporanea: affianco alla storica bond girl Britt Ekland, al regista Mike Hodges, e al curatore del MOMA di New York Laurence Kardish, sederà per la prima volta il regista iraniano Rafi Pitts a far parte della selezionata giuria dell'International Film Festival che si terrà ad Edimburgo dal 16 al 27 giugno.

Alla rassegna, inaugurata nel 1993 in omaggio al regista britannico Michael Powell, prenderanno parte film rigorosamente britannici di cui verranno giudicati originalità e immaginazione. Nel 2009 il premio intitolato a Powell venne vinto da Duncan Jones debuttante con il suo ““Moon””; quest'anno, invece, in gara ci sarà anche un film dello stesso Pitts, un thriller impetuoso come è stato già definito dalla critica: il suo ““Hunter”” racconta di un killer che ammazza due poliziotti a caso, per consumare una sorta di vendetta personale quanto irrazionale, prima di fuggire in una foresta dove verrà raggiunto e ucciso a sua volta dagli agenti.

Magnetico e sorprendente, il film di Pitts tiene lo spettatore incollato alla poltrona dalla prima sequenza fino all'ultimo sparo di pistola, sicuramente uno dei candidati alla vittoria del trofeo finale.

Iran-Pakistan: nel 2014 pronta la nuova pipeline di gas naturale

Dal 2014 arriveranno nuove forniture di gas iraniano ai confini con il Pakistan: questo in sostanza l’accordo formalmente stipulato domenica scorsa da Iran e Pakistan che, dopo un decennio di trattative, porterà alla costruzione di una pipeline che trasporterà gas naturale nei territori pakistani e costerà diversi miliardi di dollari.

Il gasdotto collegherà la regione meridionale di Pars con la regione pakistana del Baluchistan e le province Sindh, tutte a sud del Paese. Secondo i progetti, già da questa settimana l'Iran avvierà la costruzione di 300 Km di pipeline partendo dalla città sudorientale di Iranshahr, fino ai confini pakistani, passando per il porto di Chabahar. La rete che porterà gas al Pakistan, consta già di 907 Km costruiti dall'Iran tra Asalouyeh e Iranshahr. Dal canto suo, Islamabad, per bocca del ministro per l'Energia Kamran Lashari, fa sapere che in un anno studierà come realizzare nei tempi accordati il suo tratto di pipeline lungo circa 700 Km e necessario a importare il gas in arrivo dall'Iran fino alla città di Nawabshah.

Soddisfatto alla firma del nuovo accordo commerciale, il ministro per il petrolio iraniano Javad Owji dichiara l'obbiettivo di esportare 21 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno verso il Pakistan a partire dal 2014.

Ad un passo dal compimento, quindi, il disegno energetico che impegna i due Paesi dal 1990 e che, inizialmente, intendeva coinvolgere anche l'India che tuttavia, per ragioni di storica rivalità politica, ha rinunciato al partner iato e all'estensione della rete all'interno dei suoi confini.

Segno + per l’import/export attraverso l’Iran nei primi due mesi dell’anno

Segno + per l’import/export attraverso l’Iran nei primi due mesi dell’anno

Ad appena due mesi dall’inizio dell’anno secondo il calendario iraniano, i flussi di import/export registrati dalle autorità iraniane segnano già più di 1 milione e mezzo di merci transitate attraverso i confini iraniani, per un valore complessivo di 4,68 miliardi di dollari di fatturato.

Cina, Turkmenistan, Uzbekistan e Emirati Arabi Uniti sono tra i principali Paesi partner negli scambi commerciali con l’Iran in questo inizio d’anno, ma è l’Iraq soprattutto a convogliare la maggior parte dei traffici di beni in entrata e in uscita dal Paese: nel periodo compreso tra il 21marzo e il 20 maggio 2010 sono state esportate solo verso il territorio iracheno ben 230,000 tonnellate di merci, circa il 14.7% del totale delle esportazioni iraniane.

Più merci, quindi, in movimento da e verso l’Iran rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il 60% in più in termini di peso, il 38% in più in termini di valore e di fatturato.

L’’Iran a Ginevra per la 99° assemblea ILO

E' sbarcata domenica scorsa a Ginevra la delegazione iraniana, capeggiata dal ministro del lavoro e degli affari sociali Abdolreza Sheikh-ol Eslami, che nei prossimi giorni attenderà i lavori per la 99° assemblea dell'ILO, l'Organizzazione Internazionale per il Lavoro.

Al seguito del ministro Abdolreza Sheikh-ol Eslami una commissione di esperti e di rappresentanti di categoria che discuterà nei diversi incontri in calendario di tematiche che toccano da vicino il panorama occupazionale iraniano come la crescente disoccupazione, l'inquadramento e il legittimo supporto alle casalinghe e, in generale, il rispetto dei diritti dei lavoratori sanciti dalla dichiarazione del 1998.

Secondo quanto riportato dall'agenzia ISNA, la lunga settimana di missione diplomatica prevede per il ministro iraniano anche un incontro bilaterale con il direttore generale dell'organizzazione internazionale, Juan Somavia.