Il regista e documentarista Kamran Shirdel è stato recentemente insignito del titolo di Cavaliere della Croce, il più alto grado previsto dall’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (spesso abbreviato OMRI), secondo solo a quello del Presidente della Repubblica che ne è a capo.
Nato a Teheran 70 anni fa e padre di una parte del cinema iraniano moderno impegnato socialmente, Kamran Shirdel è il primo regista iraniano in assoluto ad essere omaggiato della prestigiosa medaglia italiana riservata a personalità che si distinguono per i loro eccelsi contributi nel campo della letteratura, dell’economia, della musica, dei servizi pubblici e della filantropia.
La premiazione è avvenuta nei giorni scorsi a Teheran, presso l’Ambasciata Italiana: durante la sua brillante carriera, infatti, Shirdel ha avuto il merito di esportare in Iran il neo-realismo del cinema italiano educando i cinefili più fini ai grandi capolavori di Federico Fellini, Michelangelo Antonioli, Pierpaolo Pasolini e Francesco Rosi. Cresciuto artisticamente con le letture di Kafka, Ernest Hemingway, Erskin Caldwell, William Faulkner, Andre Gide, Tolstoi, Dostoievski e Saint Exaupry, le cui opere venivano tradotte in farsi, Shirdel una volta arrivato in Italia conosce da vicino la scuola realistica e neorealistica della letteratura italiana e si lascia conquistare dallo stile asciutto di Verga e Pirandello, ma anche di Alvaro, Cassola, Pavese e Sciascia.
Per il cinema di casa propria, invece, il regista iraniano, il cui talento è riconosciuto a livello internazionale, ha tracciato la strada per un genere di documentario critico e sociale; i suoi film sono stati proiettati a molti festival in tutto il mondo e ha ricevuto numerosi premi internazionali.
Tra le sue opere si ricordano invece “Morning of the 4th Day”, “Mirror”, “The Night It Rained” e “Simin”. Sua anche la fondazione del Festival dei Film – documentari di Kish, noto con l’acronimo KIDFF e rampa di lancio di molti registi emergenti.
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