Iran, Russia e Qatar vicine ad un Opec del Gas

Mosca – Dopo un summit a tre svoltosi a Mosca lo scorso 21 Ottobre, Iran, Qatar e Russia, che da sole controllano quasi i due terzi delle riserve di gas al mondo, sembrano sempre più vicine a creare un cartello del gas molto simile a quello già esistente per il mercato del gregio.

Dopo anni di trattative e indecisioni legate soprattutto all'atteggiamento cauto di Mosca, oggi è più la paura che altro ad imprimere una svolta: se l'attuale GECF (Gas Exporting Countries Forum) arriverà effettivamente a trasformarsi in Opec vero e proprio, con le sue leggi interne e il controllo dei prezzi, sarà dovuto infatti ad una reazione logica che i grandi produttori di gas stanno avendo guardando all'altro mercato energetico, quello del petrolio con i prezzi in caduta libera.

Insomma, la stessa Gazprom, che pretendeva maggiore flessibilità all'interno del gruppo di comando, oggi accetta l'ipotesi di accelerare i tempi e siede al tavolo delle trattative con il ministro del Petrolio iraniano Gholam Hossein Nozari e con il ministro dell'Energia di Doha, Abdallah ben Hamad al-Attiyah, in attesa del prossimo incontro dei 14 Paesi membri del GEFC che si terrà il 18 Novembre. Possibile già in quella data la firma dell'accordo comune.

Tuttavia, se Nozari ha parlato di “un punto di svolta” nella cooperazione tra Teheran, Mosca e Doha, in casa Gazprom, dopo le recenti tensioni con l'Europa legate al conflitto Russia-Georgia, si preferisce non parlare di “Opec”, bensì di “un organismo permanente che serva a garantire affidabili e stabili forniture energetiche in tutto il mondo”, senza eccessiva rigidità .

L'Europa, insomma, resta un partner irrinunciabile per i russi che hanno ancora in ballo il progetto del gasdotto Eni-Gazprom South Stream, pronto (sulla carta) per il 2013.

L’educazione ai diritti umani prioritaria per Nazanin Boniadi

Washington –- “La conoscenza è potere, e più la gente conosce i propri diritti, più è in grado di difenderli”: così parla l'attrice Nazanin Boniadi su America.gov.

L'attrice, che è nata in Iran ma vive e lavora da anni negli Stati Uniti, è da tempo impegnata nelle campagne di sensibilizzazione ai diritti umani sanciti nella DichiarazioneUniversale del 1948. Boniadi ha fatto notare nella sua intervista un dato allarmante, o che quanto meno lascia riflettere: secondo indagini recenti, infatti, su un campione di persone intervistate la maggior parte sarebbe stata in grado di riconoscere i personaggi del cartone animato I Simpson molto più di enunciare almeno tre dei 30 articoli contenuti della Dichiarazione.

Ancora bambina quando con i genitori lasciò Teheran per sfuggire ai tumulti della rivoluzione, Nazanin Boniadi ha studiato biologia molecolare in California e poi seguito la sua passione per l'arte, prima fra tutte quella della recitazione: tra i film TV in cui ha recitato ricordiamo Iron Man (2008) e Charlie Wilson's War (2007); attualmente ricopre invece un ruolo chiave nella serie General Hospital dell'ABC.

Quella della promozione di un'immagine positiva degli Iraniani è l'altra grande passione dell'attrice che sfrutta oggi la sua visibilità pubblica per gettare luce sul suo Paese d'origine ben oltre le ombre che ancora si allungano dall'11 Settembre.