Roma - Si è conclusa con un gran successo di pubblico italiano e iraniano la due giorni a teatro per Behroz Garibpour che ha messo in scena “Rostam e Sohrab” di Ferdowsi attraverso la mimica delle marionette tipiche del teatro iraniano.
Unica tappa in tutta Europa, Garibpour ha scelto l'Italia, e più esattamente uno dei maggiori teatri di Roma (il Teatro Argentina) per esportare oltre l'Iran la storia della battaglia epica tra i valorosi Rostam e Sohrab, padre e figlio, riuniti beffardamente da un destino che non li risparmia da un finale tragico e doloroso di morte.
Non a caso il regista ha scelto Roma per raccontare l'antica storia che Ferdowsi nel X secolo riportava nel “Libro dei Re”: è nella capitale italiana che Garibpour ha infatti affinato la sua arte scenica, ed è qui a Roma che con un pizzico di emoziona malcelata ha rilasciato al portale Iran.it commenti di soddisfazione per la riuscita dello spettacolo (30 Settembre e 1 Ottobre).
Oltre cento marionette e 25 marionettisti del gruppo Aran per un lavoro di preparazione durato complessivamente ben quattro anni prima della rappresentazione: il regista spiega anche che ben 20 componenti dello staff in realtà sono donne, e questo perché le donne iraniane, giocando con le bambole, acquisiscono sin da bambine una manualità che non è facile riscontrare invece negli uomini.
L'appagamento più grande, però, viene a Garibpour dalla significativa presenza di italiani tra il pubblico, a dimostrazione che la poesia iraniana, anche quando viene rappresentata attraverso il gioco delle marionette, trova terreno fertile nell'humus culturale italiano a cui il regista è evidentemente affezionato.
Dopo Roma, il 4 Ottobre il gruppo Aran si è spostato a Torino (Rassegna Internazionale del Teatro “Incanti 2008”) dove ha messo in scena il Macbeth shakespeariano nell'inedita versione rappresentata dalle sue colorate, suggestive marionette.
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