L’Iran è sicuramente uno dei Paesi dell’area mediorientale con il tasso di alfabetizzazione più elevato: se si considerano tutte le persone di età superiore ai 15 anni che sappiano leggere e scrivere, questo tasso oggi è fissato al 79,4 % (ultimo dato aggiornato dalla CIA al 2003) di cui l’85,6% è composto da uomini e il 73% da donne.
Da questo punto di vista l’Iran offre alle sue donne molte più chance di formazione di quanto non accada in altri Paesi islamici, apparentemente più emancipati.
Appartiene alla cosiddetta Rivoluzione Bianca dello shah Reza Pahlavi, e cioè a quell’insieme di riforme che il monarca avviò a metà Novecento per modernizzare il più velocemente possibile l’Iran, il “movimento per l’alfabetizzazione”, che si proponeva di insegnare a tutti a leggere e scrivere.
L’istruzione elementare ha una durata di 5 anni, 3 anni dura l’istruzione media, 4 invece sono gli anni della formazione superiore a cui, eventualmente, si aggiunge l’università. 
Naturalmente, un Paese così vasto non può presentare una grande omogeneità al suo interno, neanche sul piano educativo, per cui è naturale che la fetta più grossa della popolazione che abbia ricevuto almeno un’istruzione di base, si concentri più nelle grandi città che nelle zone rurali. Comunque, è significativo che la maggior parte dei bambini iraniani rispettano l’obbligo scolastico nella fascia d’età tra i 6 e gli 11 anni di età (questo anche grazie alla rete di scuole statali gratuite).
Tuttavia oggi anche in Iran si stanno pian piano diffondendo le scuole private, soprattutto di matrice islamica, e la stessa istituzione universitaria fa fatica ad assorbire per intero la crescente domanda dei giovani iraniani che vogliono formarsi in accademia, soprattutto delle donne: attualmente, tra le università, stanno riscuotendo un gran numero di iscritti quelle private con salate tasse di iscrizione, soprattutto quelle che garantiscono un’istruzione il più aperta possibile agli influssi occidentali.  un’alternativa alle università pubbliche è, per i più abbienti, quella della “fuga all’estero”, presso i college americani o canadesi.
Nessuna sorpresa quando, negli anni Trenta, Reza Pahlavi inaugurò l’Università di Tehran e nessuno mise in discussione il diritto delle donne di prendervi parte al fianco dei coetanei di sesso maschile: le iraniane già da tempo stavano dando prova della loro forza di carattere e determinazione.Gli atenei più prestigiosi sono, oltre all’Università di Teheran (1932), l’Università di Esfahan (1950) e l’Università di Shiraz (1945).
 

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