Tre Premi per film iraniani al Religion Today Film Festival

Tre Premi per film iraniani al Religion Today Film Festival ospite a Roma nella Università Pontificia Salesiana, tra cui il Premio Religion Today “Nello spirito della fede”, il Miglior film a soggetto ed il Miglior cortometraggio.

Il Religion Today Film Festival si è svolto parallelamente al Festival Internazionale del Cinema a Roma.

Premio Religion Today “Nello spirito della fede”: “A span of Heaven” di Ali Vazirian (Iran)

“Esplorando il significato di Paradiso nel contesto dell'Islam, questo film si confronta con il desiderio di denaro e potere e si focalizza su come scoprire il cammino verso il Paradiso. Il film mostra che questo è il cammino dei servi scelti da Dio e dei buoni samaritani che servono gli ultimi dei nostri fratelli e sorelle. Questa storia ben costruita e originale richiama l'attenzione di un pubblico di bambini e adulti e ci mette a confronto con ciò che conta nella vita e con ciò che davvero vogliamo compiere nel cammino verso il Cielo”

Miglior film a soggetto: “The night” di Rasul Sadrameli (Iran)

“Seguendo la classica storia simbolica di due uomini ammanettati insieme, Sadrameli esamina il conflitto di due esseri umani molto differenti tra loro, entrambi costretti dalle proprie missioni a battersi spirtualmente con Dio e tra loro. Attraverso l'aiuto di un intremediuario compassionevole e una conversione fatta di piccoli passi, uno onora la madre morente presso il santuario di Imam Reza a Mashad e l'altro riesce a rispondere alle proprie necessità nel modo in cui voleva. Be scritto e diretto, con un cast superbo, questo film è sia commovente che provocatorio”

Miglior cortometraggio: “Come on, everybody is asleep!” di Zoreh Zamani (Iran)

“Religion Today promuove, attraverso il mezzo cinematografico, una cultura di dialogo e pace tra le religioni, missione che questo film incarna perfettamente. Questa è una storia intereligiosa che utilizza metafore classiche quali il muro tra due giardini, la ricerca di Dio tramite la bussola e la stretta di mano tra un cristiano e un musulmano. “Come on, everybody is asleep!” mostra come l'innocenza dei bambini può rilevare cosa è veramente importante nel metter insieme due mondi differenti”.

Iran, Russia e Qatar vicine ad un Opec del Gas

Mosca – Dopo un summit a tre svoltosi a Mosca lo scorso 21 Ottobre, Iran, Qatar e Russia, che da sole controllano quasi i due terzi delle riserve di gas al mondo, sembrano sempre più vicine a creare un cartello del gas molto simile a quello già esistente per il mercato del gregio.

Dopo anni di trattative e indecisioni legate soprattutto all'atteggiamento cauto di Mosca, oggi è più la paura che altro ad imprimere una svolta: se l'attuale GECF (Gas Exporting Countries Forum) arriverà effettivamente a trasformarsi in Opec vero e proprio, con le sue leggi interne e il controllo dei prezzi, sarà dovuto infatti ad una reazione logica che i grandi produttori di gas stanno avendo guardando all'altro mercato energetico, quello del petrolio con i prezzi in caduta libera.

Insomma, la stessa Gazprom, che pretendeva maggiore flessibilità all'interno del gruppo di comando, oggi accetta l'ipotesi di accelerare i tempi e siede al tavolo delle trattative con il ministro del Petrolio iraniano Gholam Hossein Nozari e con il ministro dell'Energia di Doha, Abdallah ben Hamad al-Attiyah, in attesa del prossimo incontro dei 14 Paesi membri del GEFC che si terrà il 18 Novembre. Possibile già in quella data la firma dell'accordo comune.

Tuttavia, se Nozari ha parlato di “un punto di svolta” nella cooperazione tra Teheran, Mosca e Doha, in casa Gazprom, dopo le recenti tensioni con l'Europa legate al conflitto Russia-Georgia, si preferisce non parlare di “Opec”, bensì di “un organismo permanente che serva a garantire affidabili e stabili forniture energetiche in tutto il mondo”, senza eccessiva rigidità .

L'Europa, insomma, resta un partner irrinunciabile per i russi che hanno ancora in ballo il progetto del gasdotto Eni-Gazprom South Stream, pronto (sulla carta) per il 2013.

L’educazione ai diritti umani prioritaria per Nazanin Boniadi

Washington –- “La conoscenza è potere, e più la gente conosce i propri diritti, più è in grado di difenderli”: così parla l'attrice Nazanin Boniadi su America.gov.

L'attrice, che è nata in Iran ma vive e lavora da anni negli Stati Uniti, è da tempo impegnata nelle campagne di sensibilizzazione ai diritti umani sanciti nella DichiarazioneUniversale del 1948. Boniadi ha fatto notare nella sua intervista un dato allarmante, o che quanto meno lascia riflettere: secondo indagini recenti, infatti, su un campione di persone intervistate la maggior parte sarebbe stata in grado di riconoscere i personaggi del cartone animato I Simpson molto più di enunciare almeno tre dei 30 articoli contenuti della Dichiarazione.

Ancora bambina quando con i genitori lasciò Teheran per sfuggire ai tumulti della rivoluzione, Nazanin Boniadi ha studiato biologia molecolare in California e poi seguito la sua passione per l'arte, prima fra tutte quella della recitazione: tra i film TV in cui ha recitato ricordiamo Iron Man (2008) e Charlie Wilson's War (2007); attualmente ricopre invece un ruolo chiave nella serie General Hospital dell'ABC.

Quella della promozione di un'immagine positiva degli Iraniani è l'altra grande passione dell'attrice che sfrutta oggi la sua visibilità pubblica per gettare luce sul suo Paese d'origine ben oltre le ombre che ancora si allungano dall'11 Settembre.

Khatami: la natura e l’essenza delle religioni sono uguali

Teheran – L’ex Presidente iraniano Mohammad Khatami, schierato da tempo in prima persona a favore del dialogo interreligioso, ha dichiarato che l'essenza e la natura di tutte le religioni coincidono tra di loro: le piccole differenze non dovrebbero impedire rapporti amichevoli tra i membri delle diverse confessioni.

Così si è pronunciato Khatami nella conferenza sul “Le religioni nel mondo moderno” che si è tenuta lunedì scorso a Teheran davanti a numerose autorità di calibro internazionale tra cui Romano Prodi e Kofi Annan.

Si è discusso di religione e di coesistenza pacifica nell'attuale contesto di globalizzazione, in relazione ai temi della giustizia, della pace e della democrazia. Il monito di Khatami è andato a tutti i leader religiosi al mondo affinché cerchino le vie migliori al dialogo e alla collaborazione in quello che dovrebbe essere un unico richiamo universale alla pace e alla sicurezza nel mondo.

Un mondo pieno di religione, quindi, che faccia anzi di tutte le religioni un insieme unico di principi guida che possano illuminare l'uomo post-moderno, privo del senso di qualsiasi fede secondo Khatami.

Nel suo intervento, Kofi Annan ha auspicato invece che la religione torni ad essere solo una questione di fede, lontana da strumentalizzazioni politiche che ne insanguinano l'essenza aldilà del fatto che si tratti di Bibbia o di Corano.