La rivincita di Child of the Earth, il film debutto di Ali Ahangar

Teheran – Ha ottenuto 12 candidature e ha vinto fino a 6 riconoscimenti, in occasione della 12° rassegna Celebrazione del Cinema Iraniano, il film “Child of the Earth” che al Fajr Festival, invece, era stato un flop senza infamia e senza gloria.

Arriva quindi in grande stile il riscatto del regista Mohammad-Ali Ahangar che, davanti alla sorpresa di un così grande riconoscimento, non ha perso occasione di polemizzare un pò con la giuria e gli organizzatori della precedente rassegna: “Il grande successo del film in questa rassegna compensa la fredda accoglienza che invece gli era stata riservata al Fajr Festival”, rimarca il regista, “ogni festival ha le sue regole. Nella Celebrazione del Cinema Iraniano la giuria è composta da un gruppo di esperti provenienti dal mondo professionista del cinema e i film, infatti, vengono selezionati in modo più professionale”.

“Child of the Earth” è il primo film ad aver ottenuto 12 nomination nella storia della rassegna, e parla di una donna di nome Mina che, dopo la scomparsa del marito in guerra, si convince del fatto che lui la stia aspettando in una terra lontana e straniera.

Dopo l'indiscutibile successo Ali Ahangar ha ricordato la riconoscenza verso il Teheran's Art Bureau che ha pienamente supportato la realizzazione del film in ogni sua fase.

Aumenta il lavoro per le donne in Iran, ma alla casa badano ancora loro

Teheran – Il contributo che le donne Iraniane ormai danno indiscutibilmente a livello sociale ed economico al Paese, grazie alle loro molteplici attività occupazionali, non le risparmia ancora dagli oneri della responsabilità domestica a cui, prima, era completamente relegato il ruolo della donna.

Sono queste le conclusioni a cui è arrivato un gruppo di ricercatori dell'Università “Allameh Tabatabaii” lavorando ad uno studio dei problemi cosiddetti famigliari.

Il rapporto finale mostra come a dispetto di una crescente emancipazione per cui le donne iraniane oggi, rispetto al passato, abbiano ridefinito il loro status sociale lavorando alla stregua degli uomini, resista una visione tradizionalista che vorrebbe le donne comunque devote ai lavori domestici e attente all'andamento della famiglia.

Nemmeno l'idea di una equa collaborazione in casa sembra avere del tutto successo, cosicché se le donne più istruite sostengono la validità di una ripartizione dei compiti tra moglie e marito, i loro compagni continuano a pensarla in maniera tradizionale.

Sebbene insomma le donne iraniane ormai passino la maggior parte della propria giornata fuori di casa a lavorare, esattamente come la controparte maschile della società, resta l'aspettativa che sia compito loro sbrigare le faccende domestiche, anche dopo ore di estenuante lavoro.

Una soluzione viene spesso offerta dalla forma di impiego part-time che consentirebbe alla donna moglie e madre di riservare parte della giornata alle faccende domestiche preservando la quiete famigliare e la stima del marito; per quelle, invece, che non rinunciano alla possibilità di fare carriera non resta che improvvisarsi “super – eroine” pagando, però, con un crescente senso di frustrazione che ne impedisce la piena realizzazione come donne e come professioniste.

Secondo i risultati della ricerca, le costrizioni, il moltiplicarsi degli impegni e le contraddizioni di un ruolo a metà tra il moderno e il tradizionale, sono tra le maggiori cause di stress e ansietà tra le Iraniane al giorno d'oggi.

Va meglio però, a quanto pare, a chi preferisce dedicarsi di più alla carriera anziché alla casa: sebbene molte di loro lamentino l'inadeguatezza dei salari percepiti, la percentuale di soddisfazione relativa al lavoro fuori dalle mura domestiche resta significativamente elevata.